Partiamo dal definire cosa significa sostenibilità. Non si tratta di tutela tecnica dell’ambiente o dal punto di vista sociale di filantropia ma riguarda la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società, soddisfando i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni. Significa creare valore nel lungo periodo a beneficio degli azionisti, tenendo conto al contempo degli interessi degli altri stakeholder.

Quindi stiamo parlando di fare business BENE generando VALORE e non di altro dal fare impresa. Pertanto la sostenibilità deve rientrare nelle scelte strategiche.

Ma cosa spinge oggi più che mai le aziende del food & beverage nello specifico a porsi il tema dell’integrazione della sostenibilità nella strategia?

I fattori sono diversi e abbiamo provato a sintetizzarli.

Nuove normative a livello europeo

  • Strategia UE Farm to Fork (1)

Secondo l’ONU e il WWF, il sistema alimentare mondiale, dal campo alla tavola, a livello mondiale è responsabile del 70% del consumo di acqua, il 37% della produzione di emissioni e il 40% del consumo di suolo. Parallelamente, 3 miliardi di persone soffrono di malnutrizione e oltre 800 milioni versano in stato di grave insicurezza alimentare. Un quadro che impone investimenti importanti, peccato però che, nel mondo, al momento solo l’8% dei finanziamenti pubblici sia destinato al settore agroalimentare. Ecco perché, per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu e rispettare gli Accordi di Parigi, sarà necessario ripensare il modo in cui il cibo viene prodotto e distribuito e a strategie finanziare nuove, che aiutino il settore agroalimentare a operare in una direzione più sostenibile. In tal senso si muove la “Farm to Fork Strategy”. Interventi che garantirebbero anche vantaggi economici, perché la stessa Commissione stima che sistemi alimentari sostenibili possano creare un nuovo valore economico per oltre 1,8 trilioni di euro. 

In questo contesto si evidenzia l’urgenza di un cambiamento nelle pratiche aziendali, a partire dai sistemi di misurazione e di rendicontazione, che necessitano di essere armonizzati e comparati tra loro per consentire alle aziende di capire quali siano le aree di intervento per diventare più sostenibili.

Particolarmente interessanti le proposte di creazione di un ambiente in cui scegliere cibi sani e sostenibili sia la scelta più semplice, di sviluppo di nuove norme di etichettatura per consentire ai consumatori di scegliere un’alimentazione sana e sostenibile, quella di dimezzare gli sprechi alimentari e di investire 10 miliardi in ricerca e innovazione riguardanti i prodotti alimentari, la bioeconomia, le risorse naturali, l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e l’ambiente.

  • Piano Economia Circolare (2)

Il nuovo piano rivolge una particolare attenzione alla progettazione di prodotti sostenibili e alla circolarità nei processi produttivi, nonché ad alcuni settori ad alta intensità di risorse e ad alto impatto ambientale, tra cui le produzioni alimentari. Entro la fine del 2021 si prevedono nello specifico una proposta legislativa relativa a una strategia in materia di prodotti sostenibili e una per responsabilizzare i consumatori nella transizione verde. 

  • CSRD (3)

Il 21 aprile la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di modifica alla Direttiva sulla Dichiarazione Non Finanziaria (NRFD), denominata Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD o in italiano Direttiva Reporting Societario di Sostenibilità), ponendo le basi per un flusso coerente ed efficiente di informazioni sulla sostenibilità lungo la catena di valore finanziaria e anche a vantaggio degli altri portatori di interessi per la competitività delle imprese, incluse le PMI. 

  • PNRR

Nel PNRR la transizione verde pesa per il 40%.

Nel pianificare e realizzare la transizione, il governo intende assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo, contribuisca a ridurre il divario Nord-Sud, e sia supportata da adeguate politiche di formazione. Vuole valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare e migliorare le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione. Nel PNRR si introduce la missione ‘Economia circolare e agricoltura sostenibile’ per sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando le prestazioni ambientali e la competitività delle aziende agricole, accrescere la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e avanzamento del paradigma dell’economia circolare e sviluppare progetti integrati (circolarità, mobilità, rinnovabili) su isole e comunità.

Consumatori sempre più consapevoli 

Nel 2020 Altroconsumo si è interrogata sul rapporto degli italiani con la sostenibilità in campo alimentare attraverso una ricerca effettuata prima dell’arrivo della pandemia su un campione di 1.025 individui tra i 18 e i 74 anni (4).

Secondo l’indagine Altroconsumo gli italiani si mostrano fortemente propensi ad adottare comportamenti che contribuiscano alla salvaguardia del pianeta. Infatti, ben il 76% dei soggetti dichiara di fare attenzione all’impatto ambientale delle proprie scelte alimentari, e il 68% sostiene di essere disposto a cambiare le abitudini sbagliate favorendo comportamenti più green.

Altroconsumo ha, inoltre, indagato su quali siano le motivazioni per cui molte persone ancora non adottano comportamenti green quando si tratta di alimentazione. Tre i problemi principali: i prodotti più sostenibili hanno un costo maggiore (44%), le etichette sulle confezioni non sono chiare riguardo ai metodi di produzione e l’origine della materia prima (41%), e per il 39% degli intervistati mancano informazioni sul tema. Il 55% dei soggetti richiede l’introduzione di norme sulla sostenibilità più rigide per i produttori.

Una comunità finanziaria sempre più attenta alla sostenibilità

Il tema della sostenibilità è sempre più presente nell’agenda di investitori e policy maker. La transizione verde necessita di ingenti finanziamenti con fondi pubblici es. PNRR/Next Generation Fund ma anche con capitali privati che, secondo la Commissione europea, devono essere orientati verso il finanziamento di progetti che favoriscano una «crescita economica sostenibile».

Gli investimenti sostenibili hanno fatto il boom e in dieci anni il valore delle azioni delle società impegnate nella sostenibilità è triplicato. Non solo, le banche etiche sono più “affidabili” di quelle tradizionali: più solide, redditizie e propense ai prestiti all’economia reale. 

Nel marzo del 2018 la Commissione europea ha lanciato l’Action Plan on financing sustainable growth: una strategia a tappe forzate che fissa un’ambiziosa serie di interventi normativi per porre dei paletti precisi in questo settore. In tre anni le istituzioni europee hanno proceduto a un ritmo piuttosto sostenuto. Ora siamo arrivati a un momento cruciale. Una serie di nuove normative europee è ai blocchi di partenza: in particolare le norme per la rendicontazione degli investimenti sostenibili per gli operatori dei mercati finanziari (il regolamento 2019/2088), entrato in vigore il 10 marzo scorso. E la Tassonomia della finanza sostenibile (il regolamento 2020/852), in vigore dallo scorso giugno, ma per la quale sono usciti solo i primi atti delegati.

A ciò si aggiungono le linee guida EBA, che entreranno in vigore a breve (luglio 2021), e che chiederanno alle banche che i rischi connessi al cambiamento climatico e alla transizione ecologica, inclusi quelli derivanti dai cambiamenti di sensibilità e di preferenze dei consumatori, siano adeguatamente considerati nella concessione del credito.

Quindi quali sono i benefici?

Eccoli:

  1. Accesso più agevole alla Pubblica Amministrazione (gare) e alla finanza agevolata
  2. Migliore accesso al mercato del credito e alle risorse finanziarie (ESG rating bancari)
  3. Migliore capacità di attrarre giovani talenti (forte interesse dei Millennials per imprese responsabili e sostenibili) e fidelizzare i dipendenti chiave
  4. Sviluppo di una filiera responsabile e sostenibile (sia con i propri fornitori sia direttamente come fornitori di grandi imprese impegnate da tempo nella crescita sostenibile)
  5. Innovazionedifferenziazione e posizionamento distintivo 
  6. Legittimazione dell’operato aziendale (licence to operate) attraverso un processo di coinvolgimento attivo dei propri stakeholder chiave
  7. Risk assessment e mitigazione dei rischi (finanziari e non finanziari) es ESG
  8. Facilitazione nelle aggregazioni di imprese per condivisione di programmi di maggiore impatto sociale
  9. Miglioramento della reputazione

In sintesi, una maggiore competitività delle aziende sostenibili!

Cosa proponiamo noi come professionisti di YOURgroup?

I professionisti della practice Food&Beverage di YOURgroup possono accompagnare le società in questa transizione sostenibile verso una maggiore competitività delle imprese.

Qui di seguito alcune aree di intervento per guidare questo percorso nelle aziende del settore:

  • Strategie e Piani di sostenibilità allineati all’Agenda 2030 (SDGs) inclusivi di analisi di materialità
  • Coinvolgimento e partnership con i principali stakeholder
  • Progetti ESG per gestire gli impatti ambientali/sociali (5) e il benessere animale nelle singole funzioni: es. People (Diversità e Pari Opportunità, Welfare, Diritti Umani,..), Acquisti (supply chain sostenibile), Marketing (Marketing Sostenibile),..
  • Progetti di filiera sostenibile
  • Reporting di sostenibilità

In funzione della maturità dell’azienda possiamo attivare – come fractional executive – percorsi completi (dalla strategia all’implementazione di progettualità al reporting di sostenibilità) o intervenire su singole fasi/singoli progetti.

Per approfondimenti ulteriori andare alle pagine sito practice F&B e a Sustainability (https://www.yourgroup.it/practice/csr-sustainability/la-nuova-proposta-di-direttiva-sul-reporting-di-sostenibilita-corporate-sustainability-reporting-directive/)

Alimentiamo insieme la transizione sostenibile del settore!

(1) UE Farm-to-Fork Strategy (COM2020/381).
(2) Commissione europea, COM (2020) 98 – Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare per un’Europa più
pulita e più competitiva.
(3) Per approfondimenti leggi (rimandare con link al blog sustainability MM del 7 maggio).
(4)https://www.altroconsumo.it/organizzazione/media-e-press/comunicati/2020/indagine-sostenibilita-alimentare
(5) *Acqua, emissioni, suolo, biodiversità, energia, sprechi/scarti alimentari, salute, diritti umani, trasparenza
informativa, etichette, packaging,…

Un Fractional Executive può fare la differenza per una PMI.

Come?
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Manuela Macchi
Manuela MacchiAssociate Partner yourCEO, Leader della practice Sustainability