La parola sostenibilità contiene il concetto di mantenimento nel tempo e guarda al presente ed alla proiezione di una condizione attuale nel futuro; lo sviluppo sostenibile prevede il bilanciamento tra profitto, tutela ambientale e dimensione sociale dell’impresa.

 

Questo concetto portato nel business ne mette in discussione alcuni dei capisaldi tradizionali richiedendo un vero cambio di paradigma:

  • Le attività di oggi devono portare il ritorno degli investimenti ed il risultato attesi ma al contempo garantire e preservare la possibilità delle generazioni future di poter fare altrettanto.
  • Il risultato economico è l’obbiettivo fondante dell’attività di impresa ma non è l’unico, affiancato e bilanciato da quelli ambientale e sociale.

 

Scegliere di rendere un business sostenibile è quindi un cambiamento profondo che richiede un’integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale ed un adeguato e strutturato processo di gestione del cambiamento.

 

Le scelte, le decisioni, il comportamento e le performance aziendali non vengono più pesate solo sui risultati e gli obbiettivi tradizionali ma anche nell’ottica degli altri pilastri della sostenibilità.

Si pensi ad esempio allo sviluppo di nuovi prodotti che andrà gestito nell’ottica del life cycle degli stessi con l’attenzione alle sue modalità di utilizzo, alla gestione del fine vita, alla riciclabilità.

Oppure ai processi operativi e logistici che oltre ai criteri di efficacia ed efficienza dovranno essere gestiti con un occhio di riguardo a temi come la riduzione delle emissioni, del consumo energetico, di una supply chain consapevole e rispettosa, per esempio, dei diritti umani.

 

La transizione sostenibile va quindi guidata, a partire da una revisione strategica, con un programma di gestione del cambiamento.

 

Identificazione e comunicazione dello stato futuro: definita la strategia andrà dettagliato lo stato che si intende raggiungere, la meta al termine della trasformazione ed i suoi step intermedi. La chiara rappresentazione di ciò che è atteso al termine del processo di cambiamento è indispensabile per avere le persone a bordo e gestire la naturale resistenza al cambiamento. Un robusto piano di comunicazione sia verso gli stakeholders sia verso tutta la popolazione aziendale saranno strumenti indispensabili.

 

Identificazione e gestione dei progetti specifici: la trasformazione si articolerà attraverso progetti specifici che saranno identificati nel processo di deployment della strategia. Questi avranno obbiettivi chiari e misurabili, assegnazione di risorse e di leaders per la loro gestione, un sistema di controllo e rendicontazione. Spesso l’avvio e la gestione dei progetti vienegestito come un normale attività operativa rischiando di impattare sul loro efficace svolgimento.

 

Sponsorship e governance: per mitigare il rischio di una scarsa efficacia saranno utili una forte sponsorship e presenza del management per il monitoraggio ed il supporto delle risorse coinvolte ed un sistema di governace e controllo che permettano decisioni e revisioni rapide.

 

Tre aree di focus: il monitoraggio dei progetti e quindi, dello sviluppo della transizione, deve focalizzare tre aspetti fondamentali di un cambiamento: le persone, i processi, gli strumenti. In questo modo si garantiscono la verifica sulla presenza delle competenze necessarie, dei processi o delle parti di processo da rivedere o da sviluppare, della presenza e correttezza degli strumenti disponibili e le decisioni conseguenti.

 

Una revisione strategica senza un’adeguata gestione del cambiamento che questa comporta espone al rischio di insuccesso: per questo l’integrazione della sostenibilità nella strategia deve essere adeguatamente strutturata.

 

Il percorso ad hoc di integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale va scelto insieme all’azienda considerando:

  • il contesto di riferimento
  • la vision, la mission, il purpose aziendale
  • la maturità dell’azienda in tema di sostenibilità
  • il grado di consapevolezza degli stakeholder

 

Le attività chiave saranno:

  • Analisi del contesto di sostenibilità e dei trend di settore: partiamo dal contesto in cui si muove l’azienda e comprendiamo le caratteristiche in chiave di sostenibilità (economica, ambientale e sociale) e monitoriamo i trend di settore. Diverso infatti il contesto di sostenibilità di un’azienda del settore farmaceutico da un’azienda della filiera dell’oil&gas o ancora di un’azienda del food & beverage;
  • Assessment strategico di sostenibilità: il punto di partenza qui è la visione strategica dell’azienda, per proseguire con la comprensione del business model, la mappatura degli stakeholder chiave e l’approfondimento su governance e compliance. Occorre poi capire se alcuni risultati aziendali sono stati già raggiunti in chiave ESG (Environmental, Social, Governance) nonché effettuare una valutazione dei rischi e delle opportunità in chiave ESG. Quest’ultima è un’attività obbligatoria per certe tipologie di aziende ma sarebbe fondamentale che molte più aziende, anche PMI, vi si approcciassero.
  • Analisi di materialità e definizione dei temi rilevanti: L’analisi di materialità permette all’azienda di identificare quali temi siano da considerare prioritari (es. accessibilità prodotto, cambiamento climatico, economia circolare, sicurezza e salute, diritti umani, sviluppo e tutela del capitale umano, catena fornitura responsabile) in termini di sostenibilità in relazione alla propria strategia di business, nel breve o nel lungo periodo, e in relazione alle aspettative dei propri stakeholder e normalmente si traduce in una matrice di materialità.
  • Definizione della road map di sostenibilità aziendale da integrare nel piano industriale e coerente con Agenda 2030 e relative progettualità ESG: con questi elementi chiari si potrà definire una road map di sostenibilità da inserire nel piano industriale, evidenziando il contributo che l’azienda può portare all’Agenda 2030. Ne conseguiranno diverse aree di intervento in chiave ESG quali governance, ambiente (emissioni, energia, acqua, rifiuti, biodiversità, economia circolare), lavoro (incluse sicurezza & salute e Diversity&Inclusion), catena di fornitura responsabile, diritti umani, comunità locale. Qui dovremo definire chiare azioni, KPI per un monitoraggio continuo e target per una visione prospettica e di continuo miglioramento per il bene comune.
  • Rendicontazione e stakeholder engagement: Rendicontare il percorso fatto e quello da percorrere, coinvolgendo gli stakeholder al fine di garantire un confronto costante, apprendimento, nonché miglioramento continuo, cambiamento e innovazione.

L’obiettivo ultimo deve essere la creazione di valore non solo per l’azionista ma per tutti gli stakeholder aziendali.

Per attuare la trasformazione delle aziende verso un business sostenibile”, partendo dalla strategia, risorse manageriali in modalità fractional executive aiutano a disegnare e realizzare insieme soluzioni flessibili e personalizzate che integrano la sostenibilità nella strategia.