Il 28 luglio 2021 è stato approvato definitivamente il decreto-legge 31 maggio 2021 n. 77 (c.d. decreto Semplificazioni). Il provvedimento reca, in primo luogo, disposizioni in ordine all’organizzazione della gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, definendo i ruoli ricoperti dalle diverse amministrazioni coinvolte nonché le modalità di monitoraggio del Piano e del dialogo con le autorità europee.
Il D.lgs.77/2021 nel suo articolo 47 introduce i temi delle pari opportunità e dell’inclusione come requisiti delle gare pubbliche, accanto o sullo stesso piano degli interessi pubblici specifici connessi alla necessità di acquisire i beni e servizi oggetto dell’appalto, contribuendo così sempre di più agli acquisti sostenibili della Pubblica Amministrazione, e più in generale, allo sviluppo sostenibile della nostra economia.
Come nasce questo percorso?
L’ingresso dei criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici
Le Direttive del pacchetto appalti 2014 e il Codice dei contratti pubblici del 2017 che vi ha dato recepimento hanno posto per la prima volta in Italia la sostenibilità ambientale e sociale non soltanto tra le “esternalità positive” da conseguire attraverso gli appalti pubblici, ma anche valorizzandone l’apporto rispetto alla scelta del contraente di criteri o clausole da prevedersi obbligatoriamente o, in taluni casi, facoltativamente.
Con queste normative furono introdotti i Criteri Ambientali Minimi (CAM). I CAM sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare. La loro applicazione sistematica ed omogenea aveva come obiettivo quello di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e di produrre un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.
La clausola sociale è stata invece, sempre ad opera del Decreto Correttivo, resa obbligatoria per le concessioni e gli appalti di lavori e di servizi ad alta intensità di manodopera, ed è stata introdotta come facoltativa anche per gli affidamenti sotto soglia.
Focalizziamoci ora sugli appalti pubblici socialmente responsabili e sul loro impatto nell’economia reale.
Gli appalti pubblici socialmente responsabili e le recenti novità
Gli appalti pubblici socialmente responsabili intendono prendere in considerazione l’impatto sulla società dei beni, dei servizi e dei lavori acquistati dal settore pubblico. Viene riconosciuto il fatto che gli acquirenti pubblici non sono soltanto interessati all’acquisto al prezzo più basso o al miglior rapporto qualità/prezzo, ma anche a garantire che tramite gli appalti si conseguano vantaggi sociali e si evitino o si attenuino impatti sociali avversi durante l’esecuzione del contratto di appalto. Agendo in veste di acquirenti pubblici si possono prendere in considerazione gli obiettivi sociali durante l’intera procedura di appalto, a condizione che essi non siano discriminatori e che siano collegati all’oggetto dell’appalto. Nell’Unione europea, gli appalti pubblici socialmente responsabili devono essere condotti in conformità con le direttive sugli appalti pubblici del 2014 e i princìpi sanciti nel trattato e nella Carta dei diritti fondamentali, nonché negli accordi internazionali, quali l’accordo sugli appalti pubblici dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e gli accordi di libero scambio bilaterali contenenti capitoli sugli appalti, nonché nella convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Gli appalti pubblici socialmente responsabili possono rappresentare un potente strumento tanto per compiere progressi in termini di sviluppo sostenibile quanto per conseguire obiettivi sociali a livello internazionale, nazionale, regionale o locale. In tale contesto gli appalti pubblici sono considerati come uno strumento strategico per spendere denaro pubblico in maniera efficiente e sostenibile. Gli aspetti sociali possono essere combinati a criteri verdi e circolari e agli appalti pubblici nel settore dell’innovazione in maniera da attuare un approccio più completo alla sostenibilità negli appalti pubblici.
Gli appalti pubblici socialmente responsabili possono costituire un fattore trainante a favore di:
- opportunità di lavoro per i giovani e i lavoratori più anziani;
- parità di genere (ad esempio facilitando l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, riducendo la segregazione settoriale e professionale, garantendo parità di trattamento sul posto di lavoro);
- opportunità di occupazione per le persone soggette ad esclusione sociale a causa di disoccupazione di lunga durata, deprivazione abitativa, discriminazione o altre vulnerabilità;
- partecipazione sociale e opportunità di lavoro per le persone con disabilità, anche attraverso ambienti di lavoro inclusivi ed accessibili;
- politiche migliori in materia di diversità, inclusione sociale e opportunità di occupazione per le persone appartenenti a gruppi svantaggiati (ad esempio i lavoratori migranti, le persone provenienti da un contesto di minoranza etnica o razziale, appartenenti a minoranze religiose, persone con un basso livello di istruzione e quelle a rischio di povertà ed esclusione sociale); e
- opportunità di miglioramento del livello di competenze e riqualificazione per tutti i lavoratori.
Il perseguimento di finalità sociali è altresì riposto dal legislatore nella nuova clausola sociale finalizzata al riequilibrio di genere e generazionale presente nel D.lgs. n. 77/2021 e in particolare nell’art.47 (Pari opportunità e inclusione nei contratti pubblici), valevole per tutti i contratti pubblici che trovano finanziamento nell’ambito del Piano nazionale di rilancio e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC).
La stazione appaltante può discrezionalmente inserire, accanto o sullo stesso piano degli interessi pubblici specifici connessi alla necessità di acquisire i beni e servizi oggetto dell’appalto, ulteriori interessi sociali, in particolare il conseguimento di un più elevato livello di tutela dei lavoratori impiegati nell’esecuzione del contratto.
Ecco quindi i requisiti necessari dell’offerta:
- gli operatori economici che occupino più di 100 dipendenti – al momento della presentazione della domanda o dell’offerta – devono produrre, a pena di esclusione, il rapporto sulla situazione del personale con attestazione della sua conformità a quello trasmesso alle rappresentanze sindacali e alla/al consigliera/consigliere regionale di parità;
- gli operatori economici che occupino da 15 a 100 dipendenti sono tenuti a consegnare alla stazione appaltante, entro 6 mesi dalla conclusione del contratto, una relazione di genere sulla situazione del personale in ognuna delle professioni e in relazione allo stato di assunzioni, formazione, promozione professionale, livelli, passaggi di categoria o di qualifica;
- sono inoltre requisiti necessari per gli offerenti, al momento della presentazione dell’offerta, l’aver assolto agli obblighi di cui alla legge 12/03/1998 n.68 e assumersi l’impegno, in caso di aggiudicazione del contratto, di assicurare una quota di almeno il 30% delle assunzioni all’esecuzione del contratto all’occupazione giovanile e femminile.
Fermo quanto sopra, le stazioni appaltanti potranno prevedere ulteriori misure premiali comportanti l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo per i candidati o offerenti che ad esempio si distinguano nei seguenti punti: assenza negli ultimi 3 anni di politiche e condotte discriminatorie; adozione di programmi e strumenti di work life balance e forme innovative di organizzazione del lavoro; pubblicazione della DNF (dichiarazione non finanziaria) o impegno a pubblicarla per gli esercizi finanziari relativi alla durata del contratto.
Abbiamo già avuto un bellissimo primo esempio nella gara a procedura aperta per l’affidamento di un accordo quadro per lo svolgimento del servizio di recupero crediti per i fondi gestiti da Invimit SGR: per la prima volta meno di un mese fa, nell’ottica già tracciata dal disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici, è stata inserita una premialità che favorisce l’equilibrio di genere, ossia la presentazione di un team di lavoro da parte delle aziende partecipanti che, nelle sue figure manageriali, sia quanto più possibile vicino alla parità donna/uomo.
L’impatto sulle PA e sulle imprese
Per affrontare le sfide per la società, le autorità pubbliche devono intensificare gli sforzi per fornire risultati in relazione a tutti gli aspetti della sostenibilità (sociale/etica, ambientale ed economica). Gli acquirenti pubblici sono investitori importanti in Europa, la loro spesa è infatti attualmente superiore al 14 % del prodotto interno lordo dell’UE. Sfruttando il loro potere d’acquisto per optare per beni e servizi con impatti sociali positivi, possono contribuire in modo significativo allo sviluppo sostenibile.
Le imprese devono accelerare il loro percorso di transizione sostenibile, dimostrando concretamente di integrare i principi ESG nel modello di business e nella condotta quotidiana. Siamo giunti ad un punto in cui le imprese devono portare evidenze e dimostrare, essere accountable, al fine di qualificarsi come attori responsabili, sostenibili e trasparenti dell’economia reale.
A fronte di questi grandi cambiamenti e per contribuire al successo sostenibile delle aziende e alla creazione di valore per i loro stakeholder, nel giugno 2020 YOURgroup ha dato vita alla practice Sustainability, che rappresenta “un hub di competenze ‘su misura’ per la trasformazione delle aziende verso un modello di business sostenibile”.
Come fractional executive, accompagniamo l’azienda nella definizione e implementazione di un percorso ad hoc di integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale, considerando:
- il contesto di riferimento
- la vision, la mission, il purpose aziendale
- la maturità dell’azienda in tema di sostenibilità
- il grado di consapevolezza degli stakeholder
Poniamo dunque le basi per integrare la sostenibilità nel business e per rendere le imprese più competitive, anche nelle gare. Se vuoi saperne di più contattaci!
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