Nonostante il contesto fortemente incerto, le aziende investono ed innovano in ambito ESG. E’ quanto emerge da una recente survey di EY che indica che il 52% delle imprese dei settori manifatturiero e retail investe nella ricerca di fonti energetiche alternative (31%), il 27% circa in CSR e il 21% in materie prime sostenibili / economia circolare. Nello specifico, il settore manifatturiero risente particolarmente della scarsità di approvvigionamenti, nonché degli impatti dell’aumento dei costi delle utilities.

Le aree di investimento sostenibile iniziano ad essere, in particolare per le PMI, quelle richieste dal mercato. Il #mercato infatti sta sempre più premiando quei prodotti che sposano il tema della sostenibilità e sono qualificati proprio per caratteristiche/etichette ambientali. La piccola-media impresa italiana, fornitrice abituale della grande azienda, non può rimanere indietro; se vuole rimanere al passo deve necessariamente contribuire a soddisfare – e anticipare – tali richieste, una fra tutte l’#economiacircolare.

Secondo una recente indagine di DNV, cresce la consapevolezza dei consumatori nei confronti dell’economia circolare. La consapevolezza del consumatore è essenziale in quanto spinge lo stesso a impegnarsi nel riciclo, nella restituzione dei prodotti o nella sperimentazione di prodotti o servizi circolari. Tra chi ne ha sentito parlare, il 45% afferma di averne una conoscenza ampia e di parteciparvi attivamente. Le generazioni più giovani risultano essere le più attive: oltre il 53%, rispetto a soltanto il 32,4% tra i rispondenti più maturi.

A essere carenti sono le informazioni fornite proprio da produttori e fornitori. La maggior parte degli intervistati (60,9%) ha dichiarato di informarsi circa i prodotti che acquista attraverso i media e i social network. Il 26% lo fa invece seguendo il dibattito politico, mentre il 23% si rivolge ad amici e conoscenti. 

La ricerca dimostra chiaramente che i consumatori stanno iniziando a tenere conto dell’impatto dei loro comportamenti d’acquisto. Il 48,1% afferma di acquistare prodotti con proprietà riciclate e il 62,9% di preferire una riduzione degli acquisti o la ricerca di prodotti di seconda mano. Sembrano rivestire un ruolo anche gli schemi comportamentali, l’educazione in famiglia e il potere d’acquisto. Gli over 55, ad esempio, ricorrono maggiormente alle riparazioni rispetto alle generazioni più giovani. Queste ultime tendono invece ad acquistare più prodotti di seconda mano, o a preferire il noleggio alla proprietà.  Si sta affermando quindi quello che il Prof Leonardo Becchetti chiama ‘il voto di portafoglio’. I consumatori si prendono la responsabilità di scegliere ed acquistare in modo informato e consapevole, di supportare le buone pratiche nazionali e locali, con un effetto a cascata positivo su lavoratori, persone e comunità.

Questo sembra rafforzare quanto previsto dall’ultimo Piano di Economia Circolare che rivolge una particolare attenzione alla progettazione di prodotti sostenibili e alla circolarità nei processi produttivi, nonché ad alcuni settori ad alta intensità di risorse e ad alto impatto ambientale, tra cui il mondo del tessile, dell’edilizia e l’alimentare. Sono state previste nello specifico una proposta legislativa relativa a una strategia in materia di prodotti sostenibili e una per responsabilizzare i consumatori nella transizione verde. 

Per le aziende questi cambiamenti rappresentano un’opportunità di adattarsi, anche introducendo innovazioni nel loro modello di business, concentrandosi sugli sforzi che apportano un maggiore ritorno.

E’ necessario prepararsi quindi con il dovuto anticipo riflettendo sull’adeguatezza del proprio modello di business in chiave ESG per la competitività e futura sopravvivenza.  

Integrare la sostenibilità nel proprio #corebusiness e nella #governance, così come integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutte le funzioni aziendali è la chiave per attuare la transizione. Integrare la sostenibilità ha il potenziale di trasformare tutti gli aspetti del core business dell’azienda, inclusi l’offerta di prodotti e servizi, i segmenti di clienti, la gestione della catena di fornitura, la scelta e l’utilizzo delle materie prime, le reti di trasporto e distribuzione e il fine vita dei prodotti.

Per perseguire obiettivi condivisi o affrontare cambiamenti sistematici, le aziende devono poi collaborare sempre più con i rispettivi partner per migliorare il proprio impatto e le proprie performance.

I benefici di integrare i temi ESG nel modello di business sono molteplici e tangibili:

  1. Accesso più agevole alla Pubblica Amministrazione (gare) e alla finanza agevolata
  2. Migliore accesso al mercato del credito e alle risorse finanziarie (ESG rating bancari)
  3. Migliore capacità di attrarre giovani talenti (forte interesse dei Millennials per imprese responsabili e sostenibili) e fidelizzare i dipendenti chiave
  4. Sviluppo di una filiera responsabile e sostenibile (sia con i propri fornitori sia direttamente come fornitori di grandi imprese impegnate da tempo nella crescita sostenibile)
  5. Innovazione differenziazione e posizionamento distintivo 
  6. Legittimazione dell’operato aziendale (licence to operate) attraverso un processo di coinvolgimento attivo dei propri stakeholder chiave
  7. Risk assessment e mitigazione dei rischi (finanziari e non finanziari) es ESG
  8. Facilitazione nelle aggregazioni di imprese per condivisione di programmi di maggiore impatto sociale
  9. Miglioramento della reputazione.

Il percorso di transizione sostenibile può essere agevolato grazie al supporto ‘interno’ di professionalità solide a costi adeguati alle esigenze delle singole organizzazioni. La figura del Fractional Manager è una figura con grande esperienza in ruoli dirigenziali in contesti complessi, ma con la flessibilità che ne rende sostenibile il costo, azzerando peraltro i costi tipici di induction. Il suo impegno può essere modulato affinché il processo sopra descritto produca i risultati attesi, mettendo pensiero e azione al servizio degli obiettivi aziendali. Nel caso specifico, si agevola il cambiamento verso un modello sostenibile in modalità ‘plug&play’.

Se vuoi saperne di più approfondisci la Practice Sustainability qui https://www.yourgroup.it/practice/csr-sustainability/ e poi contattaci!

 
Manuela Macchi
Manuela MacchiAssociate Partner YourCEO e Leader della practice Sustainability di YOURgroup