Per sviluppare ed attuare una cultura della sostenibilità, in azienda, occorre, innanzitutto, tantissimo buon senso; poi, sono necessarie competenze diverse e complementari tra loro, ma ognuna imprescindibile nel ruolo di riferimento delle singole persone che rivestono le differenti posizioni e responsabilità.
Ciò vale per tutte le aziende: appena nate, piccole, medie, grandi, enormi, quotate e non quotate.
Vale anche per le aziende che rivelino segnali di crisi di impresa, sempreché ne possa essere assicurata la continuità aziendale. Vediamo di sviluppare il tema Sostenibilità per quanto riguarda le Aziende Quotate, a seconda dei diversi profili presenti in azienda.
Da queste considerazioni, per il principio di proporzionalità, si possono desumere alcune linee guida per le aziende più piccole e non quotate. Nelle aziende quotate, il C.d.A. viene nominato dalla Assemblea degli Azionisti, che votano delle liste di candidati, espressione di azionisti di maggioranza e di minoranza, composte sulla base di una board evaluation (autovalutazione da parte del C.d.A. uscente) in modo che l’Organo Collegiale entrante possa esprimere tutte le competenze delle quali sia necessario disporre per la specifica gestione aziendale. A livello di C.d.A., non è necessario che tutti i componenti del board dispongano di una specifica competenza nel campo della Sostenibilità, che può essere proprietà solo di uno di loro, ma è necessario che ne condividano lo spirito, i valori.

Lo spirito al quale mi riferisco è quello che ha animato i Paesi che hanno siglato l’accordo di Parigi del 2015, basato sui valori che hanno ispirato la definizione dei 17 obiettivi della Agenda 2030 dell’ONU.

Carlo Paris è Consigliere di Amministrazione e Presidente del Comitato Sostenibilità in ENAV S.p.A.
Carlo Paris
Carlo ParisPartner yourCEO