D: Grazie Anna per averci concesso questa intervista: ci vuoi raccontare un po’ della tua straordinaria esperienza professionale e imprenditoriale?

Con piacere. La mia esperienza professionale nasce da una specializzazione in finanza e in particolare nei processi di IPO che ho iniziato a seguire con la mia prima operazione di quotazione in Borsa di Poligrafica San Faustino, PMI che ho quotato nel 1999 dopo pochi anni dalla mia laurea in economia. Sin dall’inizio della mia carriera professionale ho voluto reinventare il ruolo del dottore commercialista, titolo che ho conseguito dopo due master al Centro Studi Post Universitari di Pavia e al Politecnico di Milano, nella funzione di ricerca di capitale per gli imprenditori che volessero accedere al mercato azionario per diversificare le fonti di finanziamento.

Ho deciso così di creare una realtà nuova in Italia che si occupasse di quotazione di PMI ed è nata IRTop a Milano vicina a Piazza Affari. 20 anni fa il mondo dell’advisory per la quotazione era dominato delle grandi banche che però non avevano spazio per operazioni di PMI che volessero raccogliere capitali limitati spesso in dimensioni  inferiori ai 10 milioni di euro. E io ho presidiato questa nicchia. Per fidelizzare la clientela ho valutato interessante continuare a seguire le società che accompagnavo in Borsa anche nello status di quotata offrendo così una consulenza sull’ongoing ed è nata la divisione Investor Relations che, insieme alla divisione Equity Research oggi rappresenta un vero differenziale competitivo sul mercato dell’advisory finanziario nel contesto nazionale. Ho creato un centro studi e think tank destinato al mercato delle PMI, l’Osservatorio AIM, ho lanciato la prima SPAC green come investitore, promosso a livello nazionale e internazionale il mercato AIM partecipando a tavoli governativi e docenze in Borsa Italiana e nelle più importanti università e master in finanza, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo di AIM Italia e scrivendo il primo libro sulla Quotazione su AIM che oggi è adottato da master e centri studi di finanza.

Ma l’esperienza più grande l’ho fatta grazie a tutti gli imprenditori che ho accompagnato in quotazione assistendoli nell’intero percorso, strutturando con loro le strategie finanziarie a sostegno della crescita e portando i capitali necessari per il successo della loro quotazione. Oggi vedo lo sviluppo futuro dell’ECM come una chiave di successo delle PMI che diventerà sempre più elemento competitivo e differenziale. E quando si seleziona uno specialista si valuta per prima cosa la sua esperienza e questo è il valore che porto con IRTop ai miei imprenditori: oltre 40 casi di successo di quotazione seguiti nella mia carriera imprenditoriale.

 

D: Quali prospettive secondo te per il mercato AIM, così importante per lo sviluppo del nostro “sistema – paese”?

Le prospettive di AIM sono enormi considerando che il 92% delle società italiane sono PMI secondo la fonte OCSE e che questo strumento finanziario rappresenta davvero una valida alternativa al canale bancario. Qualche dato del mercato ci può aiutare a comprenderne meglio le potenzialità.

Le società AIM hanno registrato un incremento del +50% in termini di risorse impiegate dalla data di quotazione, grazie ad una raccolta da IPO complessiva in oltre 10 anni pari a 3,9 miliardi di Euro e una dimensione media di 48 milioni di euro di fatturato. Nell’ultimo quinquennio abbiamo assistito ad un aumento delle quotazioni del settore tecnologia e industria, al consolidamento dell’attività di M&A, ad un incremento della presenza di investitori istituzionali nel capitale, ad un miglioramento della governance specie sulla “board diversity”, ad una maggiore attenzione ai temi ESG. La quotazione e il capitale di rischio rappresentano la vera alternativa al debito per patrimonializzare le PMI italiane ancora poco rappresentate sul listino. L’esperienza positiva di AIM e degli imprenditori delle società quotate dovrebbe far riflettere le aziende private nel valutare questo canale di finanza alternativa per la crescita. AIM Italia, per sua natura slegato da logiche di perdita di controllo aziendale o dalla possibile ingerenza nella governance da parte degli investitori istituzionali, rappresenta una modalità nuova ed efficace per crescere e migliorare tutti i ratio finanziari permettendo di accedere, più rafforzati, a svariate forme di nuova finanza. AIM Italia è una positiva esperienza nazionale di “SME Growth Market” che facilita l’accesso delle PMI al mercato dei capitali e si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dall’ESMA a sostegno dello sviluppo economico e finanziario dell’UE.

 

D: Abbiamo letto della partnership con Doorway, che cosa vi aspettate da questa iniziativa così importante?

Ritengo che Doorway rappresenti la fase di sviluppo iniziale per le startup virtuose e il nostro accordo si inserisce in una dimensione nuova della finanza disintermediata che favorisce la crescita dell’imprenditorialità innovativa nel nostro paese. Una alleanza con la piattaforma Doorway significa la creazione di un hub unico in Italia, che possa accompagnare le società in un percorso di finanza “value” sino alla quotazione con focus su settori trainanti come la tecnologia, l’health care e la sostenibilità applicata all’industria e ai servizi, focus delle politiche internazionali e dell’impegno dei paesi UE. Dunque vedo in questa unicità di Doorway un grande progetto che anticipa l’evoluzione dei modelli di financing di grande interesse per la canalizzazione del risparmio in investimenti alternativi. Credo in un interesse crescente su questo settore in fortissimo sviluppo da parte di player nazionali o internazionali operanti nel mercato bancario e del risparmio gestito.

 

D: Come vedi il Fractional Executive, il modello promosso in questi anni da YOURgroup, nel panorama delle aziende italiane?

Lo vedo vincente specie in un percorso evoluto di impresa che si affida a specialisti per migliorare le proprie competenze. YOURgruop può permettere un salto culturale alle società virtuose che desiderano accelerare la propria crescita e si inserisce oggi in un nuovo ambito culturale aperto nel quale vedo le PMI più pronte ad affrontare nuove sfide competitive. La crescita passa per il ricambio manageriale e l’inserimento di risorse esterne molto competenti nelle aziende favorisce a mio parere la visione aziendale facilitando i processi di apprendimento.