Ci vuoi raccontare un po’ della tua straordinaria esperienza professionale?

Sono nata e cresciuta a Brescia dove ho frequentato il liceo classico Arnaldo. Mi sono laureata in Matematica a Padova e ho seguito un master in business administration presso la Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina (Vicenza). Ho lavorato in diverse industry, dai beni di consumo ai servizi al farmaceutico alle assicurazioni, ricoprendo diversi ruoli a partire dal 1982, anno in cui sono entratanel settore FMCG come Assistant Brand Manager in Henkel Cosmetic, carriera seguita poi in Novartis consumer health Italia nel 1996 e in Zambon Pharma nel 2006. Un percorso intervallato da altre esperienze lavorative nell’ambito della consulenza e dei servizi assicurativi, che mi ha vista poi approdare in Allianz Partners nel 2011 in qualità di CEO.
Una carriera iniziata quindi ben 38 anni fa, passando da aziende multinazionali internazionali a quelle famigliari, ricoprendo da più di 15 anni ruoli apicali di general manager e CEO, con responsabilità a livello sia locale che internazionale.

Sono stata fortunata a vivere in una famiglia molto aperta; si dice che le donne non siano portate per le materie scientifiche, ma la colpa è di chi veicola messaggi inadatti alla loro formazione. Noi sorelle siamo state libere di scegliere ciò che ci interessava ed è stata la chiave della nostra soddisfazione e del nostro successo.

Essere donna dal punto di vista della carriera è stato talvolta un ostacolo, soprattutto in occasione delle maternità, ma non solo. Sono però convinta che le mie caratteristiche di leadership “femminile”, partecipativa, dell’ascolto e dell’ispirazione, focalizzata sulle persone e su obiettivi di sostenibilità nel medio lungo periodo, siano state la chiave del mio successo e delle aziende per cui ho lavorato.

 

Da sempre sei attiva su temi della managerialità femminile e dell’inclusione: che prospettive vedi per questa battaglia di civiltà nel nostro Paese?

Durante la mia carriera ho sempre cercato di interpretare il mio ruolo ponendo al centro le persone, siano esse i collaboratori o i clienti, ottimizzando e innovando il business e costruendo un’azienda inclusiva e sostenibile, con l’obiettivo di creare valore per tutti gli stakeholder.

Quello dell’inclusività e della managerialità al femminile risulta ancora un tema di assoluta attenzione e che l’emergenza in corso ha purtroppo amplificato.

Come ci dicono i dati elaborati da ISTAT, gli occupati a fine maggio erano circa 750 mila in meno rispetto a un anno prima e oltre mezzo milione di precari sono spariti dal mercato del lavoro. Secondo i dati in Italia nei primi sei mesi dell’anno sono spariti 598 mila posti di lavoro con un effetto dei costi della crisi distribuiti molto di più sui giovani e sulle donne, facendo registrare 330 mila donne occupate in meno, con un calo dell’occupazione complessiva delle donne che cala molto più di quella degli uomini: meno 1,99% sugli occupati maschi, meno 3,36% sulle occupate donne.

Divise tra famiglia e lavoro, ancor più strette in questo doppio ruolo a causa del lockdown e della chiusura delle scuole, molte donne sono andate a ingrossare le fila dell’inattività, con un tasso che ormai sfiora il 48%. Già prima dell’emergenza il nostro Paese era relegato al 76° posto del Global Gender Gap Index 2020 del World Economic Forum, con un ancor più preoccupante 117^ posizione in termini di Partecipazione economica e opportunità.È dunque oggi ancora più urgente uno sforzo da parte di tutti – istituzioni, aziende, terzo settore – per affrontare in maniera concreta il fenomeno delle diseguaglianze di genere. Le istituzioni hanno un’occasione unica ora con i fondi stanziati dall’Europa di finanziare opere infrastrutturali quali asili nido e servizi alle famiglie e di promuovere politiche di genere all’interno delle aziende attraverso benefici fiscali e contributivi da riconoscere alle aziende virtuose.
Noi di Allianz Partners contiamo una presenza femminile che supera il 40% di donne manager, pari al 40% tra le figure dirigenziali, al 42,9% all’interno del top management ed al 55% sul totale dipendenti.
Un dato a dimostrazione dell’impegno in tema di Diversity è confermato dalle percentuali di promozione dedicate alle donne (54,1%), con un numero di neoassunte negli ultimi 2 anni che supera il 77% del totale assunzioni.
Con le nostre iniziative interne ed esterne, come il Premio Valeria Solesin e la certificazione di Gender Equality del Winning Women Institute, ribadiamo il nostro impegno a batterci per un cambio culturale, per la valorizzazione del talento femminile, per colmare quel gender gap che ostacola la costruzione di un futuro più giusto, prospero e sostenibile, per tutti.

 

Finanza d’impresa e assicurazioni: come sta cambiando a tuo parere? La crisi farà affermare strumenti finanziar-assicurativi nuovi e/o alternativi?

Innanzitutto ritengo che anche le aziende appartenenti al mondo della finanza d’impresa e assicurazioni debbano comprendere e privilegiare come parte integrante del loro purpose, delle proprie scelte e strategia, tematiche legate ai temi sociali, dove per sociale includo non solo quelle legate alla diversità e inclusione, ma anche alla sostenibilità ambientale. In tale ambito ad esempio la ricerca «Donne e finanza sostenibile» di Bva Doxa sull’approccio al mondo degli investimenti, presenta alcune differenze tra i due sessi. Le donne ad esempio sono più propense a prediligere investimenti a basso rischio e ad affidarsi alla consulenza degli esperti, e presentano una maggiore sensibilità femminile per i temi ambientali, sociali e di governance (o ESG dall’inglese Environmnental, Social and Governance), soprattutto se legati agli aspetti sociali relativi al genere, ma anche in qualità di investitrici, mostrano una maggiore propensione a investire in prodotti SRI (dall’inglese Sustainable and Responsible Investment).
A livello trasversale tra i generi comunque si rileva la necessità di un maggiore grado di informazione sui prodotti di investimento sostenibile e responsabile, e questo depone quindi a favore di tutte quelle realtà le cui scelte rispecchino tematiche sociali e di sostenibilità ambientale. Questo vale anche se pensiamo al mondo del lavoro ed ai giovani in particolare che privilegiano le aziende che mostrano un impegno in tal senso.

Relativamente alle soluzioni assicurative ritengo anche qui che la propensione delle donne alla protezione della famiglia, dei figli ed in generale a favore del benessere delle persone, possa dare un importante contributo all’evoluzione in corso.
In questa fase di emergenza ad esempio noi di Allianz Partners abbiamo guardato questa crisi rispondendo prontamente alle nuove esigenze di copertura legate alle pandemie, ma parallelamente abbiamo ulteriormente accelerato l’implementazione della nostra strategia che ci vedrà sempre più investire in ambiti che ci permettano di partecipare attivamente alla costruzione di soluzioni frutto di ecosistemi legati agli ambiti della mobilità, dei viaggi e della salute (anche in casa).
A proposito di mobilità elettrica ad esempio, e per tornare al tema della sostenibilità, siamo molto contenti di essere da qualche giorno entrati a far parte di CharIN Interface Initiative (CharINe.V.), un’associazione che mira a sviluppare e promuovere il Combined Charging System (CCS) come standard globale per la ricarica di veicoli elettrici a batteria (EV), con l’obiettivo di mettere a disposizione e a fattor comune le nostre competenze e conoscenze e contribuire così, insieme agli altri membri dell’associazione,  a plasmare il futuro della mobilità sostenibile.
Ma questo sarà sempre più importante anche in ambito salute dove, sempre per riprendere il tema dell’emergenza in corso, vediamo tutti come le priorità di investimento non possano più trascurare la sanità che dovrà anche questa essere ripensata come ecosistema composto da realtà sia pubbliche che private. Anche in questo caso operatori come noi, con le nostre soluzioni di servizi e tecnologie, con la nostra assistenza h24 fornita dalle nostre persone della centrale operativa,possiamo contribuire davvero al benessere della nostra società.

 

Come vedi il ruolo dell’innovazione nel mondo aziendale italiano? 

L’innovazione è la chiave del successo e direi anche della sopravvivenza delle aziende.
Occorre puntare su investimenti in digitalizzazione e sinergie tra mondo pubblico, privato, accademico e della ricerca.
Il nostro comparto assicurativo in particolare sta ad esempio già assistendo ad un cambio di paradigma che, influenzato anche dalla sharing economy, vede la protezione spostarsi dal bene e/o mezzo alla persona. Come accennavo prima la creazione di ecosistemi sarà fondamentale per fare rete con diversi stakeholder con cui costruire e quindi offrire soluzioni integrate attraverso piattaforme digitali e supportate da abilitatori come ad esempio IoT, AI e Machine Learning, che permettano una crescita esponenziale del business fornendo risposte coerenti con il proprio purpose, e nel nostro caso quindi che ci permetta di portare valore ai clienti, ai dipendenti e alla società.