D: Grazie Marco Valerio per averci concesso questa intervista: ci vuoi raccontare un po’ della tua esperienza professionale di grande successo che ti ha portato a essere AD di Mercer e Presidente di Confindustria – Assoconsult, per “ispirare” i nostri lettori?
Volentieri e grazie a te Andrea per l’invito. Tutta la mia carriera fino ad ora si è svolta all’interno di società di consulenza nel ramo delle Risorse Umane. La mia crescita professionale, piuttosto repentina ad essere sinceri, mi ha portato ad occuparmi già da diversi anni di Reward, la consulenza fatta ai Comitati Remunerazione e ai CDA delle grandi aziende. Sono in Mercer da più di quattordici anni, vi entrai quando ancora la sua presenza nel mercato italiano era marginale e insieme al mio team siamo cresciuti sviluppando sia il business che il brand. La grande occasione mi si è presentata con l’uscita nel 2012 dell’AD dell’epoca. L’azienda puntò su di me nominandomi leader dell’area business dello Human Capital. Fu un anno molto intenso e che ricordo con grande piacere, un anno che mi portò alla nomina di Amministratore Delegato di Mercer Italia. Il resto è storia recente della nostra azienda e quando nel 2018 mi hanno chiesto la disponibilità a diventare Presidente di Assoconsult ho accettato con piacere, ben consapevole dell’importanza di questo ruolo.
D: Come Amministrare Delegato di Mercer, società leader nel mondo delle risorse umane, ti chiedo: quali sono i trend che vedi per i prossimi anni nella gestione delle HR in generale e sul mondo delle PMI.
Per i prossimi anni vedo con chiarezza l’emergere di alcune tematiche in ambito HR: il Purpose, il Re-skilling ed il Well-being per le persone. Continua l’attenzione all’innovazione ed al redesign dei processi organizzativi, ed emergono nuove sfide rispetto all’engagement delle persone. Quattro quindi le tendenze che guidano la trasformazione delle organizzazioni: focus sul futuro per garantire l’employability, fare crescere le competenze in ogni campo attraverso la leva del reskilling, aumentare le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale (AI), arricchite dagli skill tipicamente umani, e ispirare, energizzare e ingaggiare le persone: Employee Experience. Si andranno a modificare numerosi modelli di servizio, di produzione e di relazione con il cliente, grazie anche alla digitalizzazione che permetterà di svilupparne di nuovi. Ripensare al consolidamento delle aziende tramite la tecnologia, il prodotto, il contatto con il cliente e il lavoro stesso. La recente crisi provocata dal Covid-19 sta impattando drasticamente sul mondo del lavoro trasformandolo, e anche l’interazione persona-azienda cambierà. Si delinea un nuovo scenario dove lo smart-working diventerà parte della nuova normalità, il capitale umano acquisirà un valore centrale e i team di HR dovranno ridisegnare il proprio ruolo; inoltre bisognerà portare la digitalizzazione anche nelle piccole aziende che ancora fanno resistenza. Si consolida difatti la consapevolezza che cambierà totalmente il modo di misurare l’efficacia del lavoro e che gli asset più importanti saranno sempre di più le persone. Pertanto servono in futuro azioni che rispondano ad un’organizzazione human centric basata sull’ascolto costante dell’individuo e sulla resilienza. “Sono le persone il vero valore da condividere”, questo è il principio di Mercer.
D: Con il “cappello” di Presidente di Assoconsult, associazione di Confindustria che riunisce le società di consulenza, ti chiedo invece: come cambierà il settore alla luce di questo “new normal” che stiamo vivendo e che vivremo probabilmente nei prossimi anni.
Dal nostro Osservatorio del Management Consulting di quest’anno sono emersi dati non solo incoraggianti, ma certezze oramai acquisite per un comparto che per il sesto anno di fila era cresciuto molto (+7,8% del fatturato sull’anno precedente), generando un fatturato mai così alto (4,84 MLD di €). Negli ultimi dieci anni il trend di crescita del fatturato ha evidenziato chiaramente come siano state le grandi aziende di Consulenza a trainare la ripresa, ma ora tutte le società di Consulenza stanno ovviamente risentendo dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sui conti. Per il 2020 il fatturato del settore del Management Consulting è previsto in calo dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Con l’arrivo della pandemia tutto il settore infatti si è trovato a contrastare l’emergenza, ma la reazione non è stata omogenea. I trend registrati evidenziano che le grandi e, in parte, le medie società di Consulenza hanno registrato un calo limitato, mentre le società di minore dimensione hanno dovuto affrontare maggiori criticità. Con la recessione quasi a doppia cifra le aziende lanceranno profondi piani di ristrutturazione a partire dal 2021, che serviranno da un lato a sopravvivere e dall’altro a ripensare il business. In questo contesto come consulenti non siamo spaventati, saremo a servizio di tutta l’industria e di tutto il tessuto economico nazionale nelle azioni necessarie per la ripartenza e per l’implementazione del ‘new normal’. Abbiamo immaginato 7 punti da cui ripartire per sostenere i nostri clienti e dare il nostro contributo. (1) business continuity: le aziende dovranno cambiare alcuni modelli di servizio e di gestione con clienti, fornitori e con il personale al fine di non interrompere il proprio ciclo produttivo. (2) digitalizzazione dei processi: la realtà ci ha dimostrato che sta funzionando e molte aziende si interrogano sul suo utilizzo anche una volta superata la crisi. (3) upskilling e reskilling: ripensamento delle competenze tecniche richieste alle persone, qui la consulenza può dare un grande contributo. (4) ristrutturazione aziendale: ripercussioni sui ricavi e sui margini delle imprese imporranno il ripensamento del proprio modo di fare business. (5) ripianificazione: rivedere i piani per il futuro. (6) leadership: necessità di nuovi modelli. (7) competenze: dovranno includere un cambiamento nel comportamento. Sarà una sfida complicata, forse la più impegnativa di sempre per le generazioni di professionisti coinvolte, ma nulla è già definito.
D: Infine, cosa ne pensi del modello del fractional executive promosso in questi anni da YOURgroup?
Molto fieri di avervi on board in Assoconsult. Il modello del Fractional executive promosso per la prima volta in Italia da voi è un’interessante novità e sta diventando un vero e proprio trend diffuso in molti paesi. Permette di valorizzare le competenze di top manager che hanno fatto un percorso di carriera importante e che spesso hanno scelto volontariamente di uscire dall’azienda per offrire i propri servizi a più di una società in ottica di ‘advisory operativo’. Un approccio che porta ad un equilibrio tra necessità immediata di esperienza e competenza e budget mirati. Una soluzione che diventa un supporto importante per le nostre PMI e per le start up, in quanto può arricchire le conoscenze e portare esperienza qualificata e specifica in azienda. Inoltre può accompagnare l’azienda durante momenti più delicati e complessi, affiancando l’imprenditore e ascoltandone le esigenze. Tutto questo è in linea con l’idea di Consulenza che abbiamo in Assoconult, per cui i servizi di Managment Consulting diventano acceleratori di sviluppo e strumenti di una trasformazione aziendale innovativa.