D: Caro Marco, grazie per averci concesso questa intervista: ci vuoi raccontare un po’ dalla tua straordinaria esperienza manageriale e professionale, che ci ha visto peraltro colleghi per alcuni anni in IBM?

Certo Andrea, come ben sai il mio profilo è cresciuto in inizialmente nelle aree Finanza, Controllo e Operations di aziende multinazionali : prima in Pirelli poi in IBM ed in Microsoft, sempre in ruoli molto “connessi al business” come Controlling, Merger and Acquisition e Sales Operations.

Successivamente nel 2009 ho deciso di accettare l’offerta dal gruppo svizzero multinazionale Tally Weijl, player fast fashion, che cercava una persona di riferimento per aprire la filiale italiana. Devo confessare che è stata una bella scommessa, considerato che l’azienda nel 2009 era veramente poco conosciuta, soprattutto nel nostro paese.

Dopo 12 anni posso dire, non senza un pizzico di orgoglio, che di strada ne abbiamo fatta tanta con l’apertura di oltre 200 punti vendita sia diretti che in franchising con oltre 1000 persone che ci lavorano.

Nel corso del tempo la mia figura di manager ha preso rotondità fino a ricoprire nel 2013 il ruolo di General Manager, responsabilità successivamente estesa a tutto il  Sud Europa e recentemente alla Francia dove abbiamo più di 120 punti vendita.

 

D: Hai lavorato molto nel mondo della tecnologia, IBM, Microsoft: come vedi l’impatto del digitale  nel nostro sistema imprenditoriale?

L’ “agenda digitale” ha assunto una primaria rilevanza già da diversi anni per la maggior parte delle imprese italiane. Ancora di più per le aziende del retail tradizionale tradizionalmente focalizzate sul punto di vendita fisico, le quali sono state “disrupted” dai cambiamenti tecnologici e dall’emergere dell’ online in tutte le sue declinazioni (tanto da fare parlare addirittura di una “retail apocalypse”). In questo contesto la trasformazione digitale del proprio business model è diventata una condizione di adattamento e quindi di sopravvivenza.

Nel corso del 2019 Tally Weijl ha posto in essere un processo di profonda trasformazione al quale ho avuto la fortuna di partecipare come “Group Transformation Manager”. Questo progetto ha dato un fortissimo impulso all’e-commerce ed ha visto lo sviluppo di un ecosistema digitale che lavora in modo sinergico con tutti i canali di vendita sia fisici che online (omnicanalità, CRM/Community, Social Media). I frutti di questi sforzi si stanno vedendo nel 2020 e sono una delle motivazioni alla base della sostanziale tenuta in un contesto di mercato così complicato.

 

D: Ora lavori per un’azienda di grande successo nel mondo della moda giovanile, Tally Weijl, con un ruolo internazionale: quali prospettive per questo settore?

Oltre alla già citata “onda digitale” che ha interessato tutto il mondo del commercio, nello specifico il Fast Fashion Retail è stato messo sotto pressione da  ulteriori criticità: il contrarsi della quota di consumi destinata all’abbigliamento da parte della “generazione Z” (nati dopo il 1995), la crescente sensibilità ai temi di sostenibilità e CSR,  il consolidarsi dei “colossi” del settore.

Per non parlare ovviamente dello scoppio dell’emergenza sanitaria, la quale però – è mia opinione – non ha fatto che accelerare fenomeni strutturali già in corso, prima di tutto l’emorragia di visite dal punto di vendita fisico a favore dell’online.

In sostanza stiamo parlando di un contesto di mercato iper-competitivo dove solo chi “ha fatto i compiti a casa” sopravviverà. Ma siccome mi piace guardare il bicchiere mezzo pieno ci sono anche molte opportunità da cogliere, non ultimo il fatto che il mercato sta tornando a polarizzarsi tra lusso e mass market e la cosa ci sta premiando alla luce del ns posizionamento di “giusto prezzo”. Nonostante le comprensibili paure dettate dal momento, la cliente giovane sta dimostrando di avere sempre voglia di seguire i trend, essere alla moda, sentirsi bene nel proprio outfit, ancora meglio se a prezzi accessibili.

 

D: Come vedi il Fractional Executive, il modello promosso in questi anni in Italia da YOURgroup, come nuova possibilità di offrire un supporto flessibile e di valore al nostro sistema imprenditoriale?

Il mondo del lavoro è in cambiamento come conseguenza della trasformazione del mercato. Questo si coniuga con la necessità delle aziende di essere agili e flessibili. In questa ottica nuove forme di supporto alle aziende da parte di figure professionali di profilo elevato hanno sicuramente potenziale per crescere fino ad avere un ruolo rilevante nei servizi professionali ad alto valore aggiunto.