Giordano Fatali

Presidente e Fondatore CEOforLIFE.

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D: Hai avuto una vita professionale ricchissima, con incarichi di prestigio. Quali qualità ti hanno permesso di raggiungere questi importanti traguardi?

Non penso di aver raggiunto nessun traguardo. La mia visione è che siamo tutti in cammino e dobbiamo puntare ad onorare la vita attraverso il nostro impegno quotidiano ogni giorno. Dobbiamo essere consapevoli della fortuna che abbiamo ad essere qui e a poter contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo con le nostre azioni e le nostre scelte.

La pandemia ci ha ulteriormente insegnato come la cultura di cui siamo intrisi vada modificata per dare spazio al perseguimento di uno scopo più profondo e più nobile, in cui l’altro rappresenta un fine e non un mezzo per il raggiungimento dei propri obiettivi di profitto. Credo sia necessario lavorare tutti insieme per recuperare un senso, un “purpose” per la nostra vita, a livello individuale ma anche di gruppi. Servono nuovi sistemi produttivi e nuovi sistemi politici; si tratta di rifondare tutto. Un aspetto vitale è il lavorare sulla consapevolezza; la Mindfulness.

Dobbiamo capire chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo. Nessuno si domanda più il perchè delle cose. Nel mio percorso di continua crescita sto anche diversificando i miei investimenti in termini di energie: sto anche scrivendo un libro e un’opera teatrale. Dobbiamo ritornare a coltivare l’importanza del percorso e di come affrontiamo le sfide quotidiane, lavorative e personali, senza puntare sempre al raggiungimento del traguardo.

D: Quale approccio e visione ti ha ispirato per creare CEOforLIFE?

È un viaggio di ritorno, appena cominciato, in cui tutti mi stanno seguendo. Infatti, la Community sta sperimentando una crescita verticale. Abbiamo con noi le Istituzioni, che hanno sposato la nostra iniziativa riconoscendone l’approccio pragmatico e innovativo, centinaia di amministratori delegati. Anche grazie alla pandemia, tutti hanno capito che c’è qualcosa che non va; qualcuno lo intuisce soltanto, altri capiscono bene la necessità di un cambiamento.

Si tratta di un movimento culturale che vuole promuovere la vita, non solo in termini filosofici di pensiero ma in termini concreti. Noi portiamo avanti progetti che vogliono avere un impatto possibile sulla vita delle persone, del genere umano e di conseguenza sull’ambiente che ci circonda. Vogliamo migliorare la consapevolezza della vita, anche per quanto riguarda l’aspetto alimentare e quindi la salute.

D: Hr Community è stata la prima comunità per i C level delle risorse umane. La capacità di fare networking è sempre più una soft skill vitale per ogni manager. Come pensi che i manager possano crescere utilizzandola? 

Indispensabile, in un mondo ormai in veloce evoluzione, non si può prescindere da un approccio sistemico; dove intendo interno ed esterno sono in collegamento. Non c’è più, come tanti anni fa l’azienda e poi il sistema di stakeholder collegato all’azienda esterna. Non c’è più il castello e la rete (Cit di Federico Butera). Questa separazione non c’è più, lo smartworking l’ha distrutta. Questo modello è antico mentre dobbiamo dare spazio e comprendere le organizzazioni fluide, sistemi diffusi quindi anche per i manager si deve creare un modello in cui pensare di lavorare in un’ottica sistema, con un collegamento dove non c’è più spazio, tempo e luogo. È impossibile fare diversamente.

Chi decide di restare ancorato al vecchio sistema organizzativo aziendale diventa una sorta di eremita. Se vuoi essere un manager di successo al passo coi tempi, non puoi non essere collegato a tutti gli altri. è questo il modello che abbiamo costruito in HRC.

Nel 1996-2006 ero responsabile risorse umane di Buffetti. Quando ero li per sceglier l’ERP ci misi sei mesi.

Dovetti identificare i fornitori, incontrarli tutti. Dentro MyHRGoal puoi inserire informazioni, ricevi una sorta di rating dei fornitori migliori.

Puoi chiamare tramite MyHRGoal i colleghi che hanno usato un particolare tipo di software. Abbiamo creato una piattaforma di trouble shooting tra manager delle risorse umane. È in abbonamento.

Tutta la direzione risorse umane ha a disposizione una piattaforma straordinaria.

Ti faccio un esempio recente. Un ex direttore HR di azienda famosa è diventato prof di un’università. Porta una HR manager, trovata nella nostra piattaforma, come case history a una sua lezione. E gli studenti gli chiedono cosa è innovativo per risolvere i casini. E la tizia risponde MyHRGoal di Fatali. Sulla piattaforma c’è anche la parte di Learning: una video Gallery. Ogni giorno i miei colleghi fanno un palinsesto di 4 ore con trasmissioni dove si affrontano varie tematiche. Ognuno posta quel che ritiene possa essere utile per gli altri.

D: Il mondo di YOURgroup, una comunità di manager, ha promosso in italia il modello Fractional Executive. Dalla tua importante esperienza del mondo HR, Che futuro vedi per questo settore?

Una risorsa per il paese che andrebbe sviluppata di più. YOURgroup fa un lavoro eccellente, credo sia un apripista, un antesignano: questo mondo è sempre esistito ma non è mai stato sviluppato in modo strutturato. Anche in termini occupazionali. Grazie a questa pandemia è radicalmente cambiata la concezione del lavoro, anche i tempi di lavoro, i luoghi di lavoro, ora è tutto molto più fluido.

Di qui si evince come il modello e la value proposition di YOURgroup sia un’ottima opportunità di work life balance. Le aziende devono ancora comprendere a pieno questa nuova visione della managerialità

Un Fractional Executive può fare la differenza per una PMI.

Come?
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