Corinna zur Nedden
Amministratore delegato Ambromobiliare S.p.a.
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D: Hai avuto una vita professionale ricchissima, con incarichi di grande prestigio, in campi anche diversi. Quali qualità ti hanno permesso di raggiungere questi importanti traguardi?
La mia curiosità mi ha sempre spinto verso le novità, verso quello che può portare un cambiamento, migliorare la vita. Se si osserva la mia vita, essa è stata plasmata dalla curiosità. Sono giunta in Italia 25 anni fa: curiosa di conoscere un altro popolo, di vivere in questo paese, vivere un’altra cultura.
La mia seconda qualità una certa tenacia: ho avuto incarichi importanti, ci lavoro, ci studio, mi preparo. Non devi mai smettere di imparare cose nuove. Quando sono arrivata in Italia, ho fatto la certificazione di analista finanziario, perché mi interessava imparare il mestiere dall’altra parte del tavolo. Più avanti mi sono anche formata come business e executive coach: ho visto che i nostri clienti in quotazione hanno momenti in cui vanno in crisi, anche perché il processo di IPO è un processo di forte crescita e, come sappiamo bene, crescere fa male. Per ogni imprenditore la due diligence per quotarsi è un percorso sfidante, e molto spesso personale. Soprattutto verso la fine del processo di IPO la mia esperienza nel coaching è importante per accompagnare il processo di crescita dell’imprenditore e dell’azienda. Non mi fermo alla finanza nel senso stretto.
Terza cosa, si dice di me che ho un quoziente emotivo alto. L’empatia è una dote fondamentale: la semplice intelligenza non ti porta da nessuna parte, specialmente nei progetti complessi in cui sono coinvolti tanti attori. L’empatia è un collante naturale che permette a individui di differenti genesi lavorative di convivere e orientarsi ad un obbiettivo comune.
D: La quotazione in borsa è un percorso auspicabile per molte Pmi italiane che vogliono crescere in modo strutturato finanziandosi con equity. Come percepisci le prossime evoluzioni di questo fenomeno?
Vi sono 193 società quotate su EGM (Euronext Growth Milan): è un modello di successo per le PMI che ormai si è auto giustificato. Nel 2021 abbiamo avuto un anno molto buono, abbiamo gestito con successo 9 quotazioni. L’anno 2022 ha poi visto un numero minore di operazioni. Molto gioca la liquidità che, causa tassi di interesse e crisi di guerra, si è ridotta. Abbiamo una buona pipeline per il 2023 ma, come gli altri operatori, stiamo aspettando di vedere l’evoluzione degli eventi geopolitici. Il settore energetico, per esempio, sembra orientarsi verso la normalizzazione. Quando la borsa sarà tornata ad una buona liquidità, anche le nostre PMI andranno di nuovo a quotarsi. Penso che la quotazione in borsa sia un buon metodo di acquisire visibilità e aumentare la trasparenza. Il centro dell’attenzione è il finanziamento della società con equity. Ci sono molte aziende che abbiamo quotato che, post IPO, ci hanno confidato che non avrebbero mai creduto che la percezione loro dagli vari stakeholder sarebbe cambiata in modo così significativo. Sono ovviamente valori intangibili che non possiamo misurare con un metro. Ma l’aumento della visibilità e della credibilità di un’azienda dopo che si è quotata, è un fenomeno che possiamo osservare in tutte le aziende che abbiamo quotato.
Officina stellare, per esempio, dicono che non avrebbero potuto acquisire talenti da aziende spaziali internazionali, se non fossero quotati. Hanno potuto convincere ingegneri spaziali di rientrare in Italia addirittura anche venendo da Tokyo. A loro avviso, questa appetibilità è nata anche grazie al fatto che sono una “public company”.
Al momento, dato l’incertezza dei mercati finanziari, alcuni imprenditori sembrano orientarsi verso i fondi di private equity per avere maggiore sicurezza sulla valutazione dell’azienda. Però un fondo di private equity spesso chiede una bella parte della governance aziendale e definisce già all’entrata come deve uscire dal suo investimento in alcuni casi contro garantito da garanzie anche personali. Poi, dopo un certo periodo, queste aziende diventando i nostri clienti perché l’IPO può essere anche una buona via di uscita per il fondo.
D: Ambromobiliare è una realtà sempre più importate e conosciuta nell’ambito finanziario. Come vedi lo sviluppo nei prossimi anni del tuo gruppo?
Parte dell’ecosistema fanno la 4AIM SICAF, un fondo specializzato in investimenti su mercati cd. exchange regulated come EGM, la MIT SIM, di cui sono presidente e l’advisory che è Ambromobiliare. Con le tre società siamo riusciti a coprire tutta la filiera dell’investment banking. Il cliente che viene da noi trova tutto quello che gli serve in un “one stop shop”. Prima di creare la SIM dovevamo rivolgerci, alla fine del processo di IPO, ad altri operatori per fare la raccolta sul mercato. Ora possiamo farlo anche noi, oltre al servizio di Euronext Growth Advisor. Già nel secondo anno di attività siamo diventati market leader come Specialist su EGM. Noi diciamo sempre che il nostro modello di business è molto simile a quello di Equita con la differenza che ci rivolgiamo a una clientela con dimensioni più piccole. Gli effetti di cross-selling all’interno dell’ecosistema stanno funzionando molto bene.
D: Il mondo della managerialità frazionale è un fenomeno in forte crescita. A tuo parere come questo modello può essere di supporto alle aziende che voi affiancate nel percorso di crescita?
Abbiamo già usato manager frazionali per colmare velocemente alcune situazioni in azienda in fase di IPO. Borsa richiede espressamente la figura del CFO per la società quotata. Un fractional potrebbe essere una soluzione di passaggio, dove la PMI non ha ancora individuato la persona che poi si dedica al 100% all’azienda.
Per esempio, quando parliamo di aziende che devono affrontare un passaggio generazionale, è meno invasivo prendere un manager frazionale e poi vedere con calma cosa sono le vere necessità da società quotata. In seguito l’imprenditore può optare per una figura stabile oppure mantenere un rapporto frazionale anche sul lungo periodo.