Cinzia Monteverdi

Presidente & AD presso SEIF SpA

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D: Hai avuto una vita professionale ricchissima, in campi anche diversi (ultimo successo, la Fondazione Il Fatto Quotidiano da te fortemente voluta). Quali qualità ti hanno permesso di raggiungere questi importanti traguardi?

Analizzando la mia vita professionale, prima di pensare alle qualità che mi hanno permesso di raggiungerla, penso alla fortuna di avere incontrato persone che mi hanno permesso di esprimerle. Devo dire che tante di queste persone me le sono andate a cercare, perché rappresentavano per me un riferimento importante. Così è stato per Il Fatto Quotidiano. Se devo però pensare a una qualità che mi ha permesso di raggiungere i traguardi nel mio lavoro, è stata la tenacia e il crederci fino in fondo unita alla fantasia. Quest’ultima mi ha permesso di sviluppare sempre nuove idee e di cercare soluzioni specie di fronte alle difficoltà che mi si ponevano di fronte. La Fondazione è l’ultima creatura da me voluta ma accolta con grande entusiasmo da tutto il Fatto Quotidiano. Abbiamo sentito tutti il dovere di contribuire anche con azioni concrete per aiutare chi ha bisogno.

D: Il mondo dei contenuti è molto ampliato in questi anni: dalla tv, a internet, i social media e tra un po’ avremo pure il metaverso (anzi i metaversi). Come percepisci le prossime evoluzioni di questo scenario dal punto di vista di una realtà media innovativa come SEIF SpA?

Le prossime evoluzioni sono alle porte ma è ancora difficile capire come impatteranno sulle imprese e soprattutto come evolverà il mondo dell’informazione. Personalmente ritengo che non bisogna farsi trovare impreparati, ma nemmeno correre. C’è un tempo per tutto e ogni realtà imprenditoriale ha il suo. Le evoluzioni, specie quelle tecnologiche, devono portare alle imprese valore aggiunto e questo processo non è così immediato. Non sempre dunque vanno incentivate con la fretta, ma casomai assecondate. Basti pensare all’esplosione di Internet che ha senz’altro agevolato la distribuzione di contenuti; al tempo stesso però ci sono ancora da vincere diverse battaglie prima di arrivare all’informazione pay.

Il metaverso è sicuramente uno scenario affascinante per certi aspetti ma anche fantascientifico. Per adesso va studiato.

D: La discontinuità è un aspetto costante del contesto economico ed aziendale. A tuo avviso come l’industria dei media può adattarsi e supportare l’evoluzione d’imprese e imprenditori italiani?

I mercati cambiano in fretta, e oggi pensare a piani a dieci anni è impossibile. Ogni anno le imprese dei media sono portate a rivedere i propri budget e soprattutto le proprie strategie. Ma credo che sia così per tutte le imprese, di qualsiasi categoria merceologica si tratti. Penso che avere flessibilità e modulare velocemente i modelli di produzione sia la conditio sine qua non per adattarsi e supportare le evoluzioni imprenditoriali. Essere flessibili non è facile, significa investire continuamente e non pensare mai nemmeno per un attimo di essere arrivati. Il punto di arrivo definitivo non c’è più. Si sposta continuamente. Bisogna rimodularsi di conseguenza.

D: Il mondo della pubblicità è in evoluzione rapida. Egualmente le sfide per le aziende si moltiplicano. Quali scenari di crescita vedi per il settore pubblicitario?

La pubblicità negli ultimi dieci anni ha già subito diversi cambiamenti. E l’evoluzione tecnologica ha permesso la diffusione di nuovi modelli di raccolta rispetto ai tradizionali. Pensiamo per esempio alle piattaforme tecnologiche, che permettono che la raccolta sul web avvenga in modalità automatica. Anche qui il mezzo internet ha stravolto i tradizionali budget pubblicitari e per il settore media, in particolare per i giornali, ha significato ripensare al prodotto cartaceo non più come unico collettore pubblicitario. Molti investitori oggi pianificano le pubblicità sul web, che permette peraltro diversi formati e di puntare al video più che alla grafica statica. Quello pubblicitario è uno scenario che evolverà ancora con la tecnologia. Si adeguerà ai mezzi informativi e alle evoluzioni del proprio target di riferimento. Insomma, anche la pubblicità avrà il suo metaverso.

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