Celeste Condorelli, Amministratrice Delegata presso Gemelli Molise SPA
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D: Hai avuto una vita professionale ricchissima, con incarichi di grande prestigio, in campi anche diversi. Quali qualità ti hanno permesso di raggiungere questi importanti traguardi?
Tanta curiosità, studio, lavoro e passione. Importante è non smettere mai di imparare (come dicevano i nostri genitori!) ed anche riuscire ad essere flessibili nella vita personale. Non è facile cambiare città e lavoro più volte, bisogna avere capacità di adattamento. Una qualità che spero mi riconoscano è l’empatia. Credo sia importante in sanità dare spazio alla connessione con i pazienti e con il personale. Ci si deve sforzare sempre per cercare di costruire un ambiente di lavoro sereno e offrire una presa in carico del paziente come persona, nel suo complesso. E per questo è necessario “connettersi” sempre di più con l’ambiente che ci circonda.
D: Il Covid ha dimostrato quanto è importante avere strutture sanitarie efficienti. Nella tua esperienza quali sono le caratteristiche vincenti di questa industria?
A livello aziendale, il Covid ha accelerato la necessità ed il vantaggio di lavorare in team: le decisioni sono il frutto di una condivisione di conoscenze ognuno per il suo specifico settore e non sono imposte dall’alto. Ha dato la possibilità a molti di esprimere il proprio potenziale rafforzando la voglia di cooperare insieme. Questa modalità di lavoro ha anche reso possibile un altro elemento cruciale per affrontare il Covid: la tempestività. Il Covid ci ha costretto a cambiare velocemente l’assetto organizzativo di alcune aree, dall’accoglienza alla gestione degli accessi in generale.
La variabile tempo è stata fondamentale per affrontare la pandemia.
Più in generale l’azienda sanitaria è vincente se riesce a coniugare formazione, ricerca, innovazione e capacità di prendere in carico il paziente nella sua complessità, incluso l’aspetto emotivo (il suo coinvolgimento) e di comunicazione.
A livello nazionale abbiamo mostrato che il sistema nazionale pubblico regge, a patto anche qui di lavorare insieme, pubblici, privati, regioni e ministero. Non dimentichiamo che il federalismo ha portato a modelli di governance diversi tra regioni con ricadute e differenze tra regione e regione, con conseguenti punti di forza e debolezza diversi a seconda del modello .
Inoltre abbiamo imparato che il sistema nazionale sanitario è forte se può contare anche su ricerca e sviluppo e sull’approvvigionamento con aziende nazionali dai materiali agli articoli sanitari strategici (se pensiamo alla pericolosa mancanza iniziale di mascherine, tamponi, respiratori, ecc.). Altro tema importante è quello di investire sempre di più sulle donne in posizioni di leadership in sanità . Sono ancora poche e per questo sono una delle socie fondatrici di Donne Leader in Sanità. In questo ambito c’è ancora tanto da fare !
D: Come è evoluto Il settore sanitario ospedaliero negli ultimi anni?
Con l’evolversi di una popolazione che vive sempre più a lungo, gli ospedali si sono concentrati sempre più nell’’alta complessità, mentre il territorio, che avrebbe dovuto gestire la prevenzione e la bassa complessità, non in tutte le regioni è stato in grado di evolversi verso la giusta direzione. Per questo il PNNR ha evidenziato la necessità di investire proprio su questi aspetti, proponendo modelli di presa in carico della cronicità ed in generale della bassa intensità, anche tramite la leva della digitalizzazione. Inoltre i pazienti in generale tendono ad essere sempre più informati e quindi il sistema si dovrà attivare sempre di più nel loro coinvolgimento nella scelta della cura.
La digitalizzazione in futuro non vorrà dire solo investire nella parte “hard”, ma rivoluzionare il cambiamento organizzativo e formare il personale: pensiamo a come cambierà l’accesso del paziente, la raccolta dei dati sanitari da più fonti, il supporto alle decisioni cliniche, la chirurgia robotica, l’intelligenza artificiale, la telemedicina, i monitoraggi da remoto… insomma la sfida del cambiamento è molto alta!
D: Il tuo progetto “la carica delle 101” è una visione innovativa per creare opportunità per le donne. Come pensi che il fractional executive possa essere uno strumento per avvicinare il work life balance?
Il progetto “la carica delle 101” nasce dall’ideazione di Giovannella Condò e dall’entusiasmo di alcune donne, manager e professioniste, per accompagnare e sostenere giovani startupper italiane nel percorso di crescita. È un’occasione d’incontro molto stimolante, grazie anche alla contaminazione di competenze, di fasce di età e di provenienza differenti che stimolano le nuove idee.
Credo che in questo senso anche il fractional executive possa rappresentare uno stimolo per le aziende, ed anche per le start up, che possono avere l’occasione di coinvolgere un manager di alta competenza professionale, non sempre economicamente accessibile, e con maggiore flessibilità, così da permettere una struttura dei costi che varia rispetto all’andamento della crescita, invece di partire con un costo fisso nella speranza di crescere!
Un Fractional Executive può fare la differenza per una PMI.
Come?
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