di Massimo Ciccarone, Associate Partner yourCFO


Da chi ha saputo riportare l’impresa in equilibrio.

Siamo manager, professionisti, tecnici. Siamo uomini e donne che hanno vissuto l’esperienza professionale della crisi d’impresa e hanno avuto la professionalità di accettare un nuovo scenario, la tenacia di affrontare il cambiamento e la determinazione di vederlo realizzato. Abbiamo storie, umane e professionali, che abbiamo voluto raccontare. Perché siamo forse di fronte alla più grande crisi economica e sociale del secolo, che stravolge non solo – a livello globale – finanza, consumi e produzione ma le stesse abitudini delle persone, le interazioni fra le persone e con le persone. Perché a noi, in un altro pezzo di storia che oggi si ripete, è capitato di affrontare e superare le difficoltà che forse anche tu, ora, stai vivendo.

YOURgroup ha unito in un team multifunzionale quelle competenze tecniche e professionali che possono spesso mancare nell’impresa alle prese con l’impossibilità sopravvenuta di perseguire il naturale obiettivo della “crescita”. Per chi – come noi – è stato responsabile delle principali funzioni aziendali (Risorse Umane, Finanza, Acquisti, Commerciale, Produzione, Marketing) parlare di ristrutturazione, rinegoziazione, revisione delle strutture operative e finanziarie aziendali può avere l’amaro sapore della resa. Ma può un passaggio attraverso quello che nella prassi si definisce “TURNAROUND” proporre invece l’acre e accattivante sapore della sfida, suggerire il gusto della rinascita, difficile ma possibile?

Lo abbiamo chiesto agli oltre 20 fractional executive che – oggi come allora – hanno risposto alla chiamata della crisi con un fermo “IO CI SONO” e hanno unito le rispettive competenze per una sola missione: “Riportiamo la tua impresa in equilibrio”. Le loro risposte, incoraggiate dal confronto umano e professionale, hanno generato un patrimonio di esperienze che valeva la pena di raccontare. E sono diventate le 12 storie che a partire dal 22 maggio e per sei settimane vi racconteremo. Perché aver fatto un buon lavoro vale tanto; averlo fatto in condizioni difficili vale di più; riuscire a condividerne il senso ha il valore più alto.

 

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